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OMELIE ANNO B 2020-21
 
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IIIa Domenica di Quaresima - Domenica 7 marzo 2021
( Es 32,7-13b; 1Ts 2,20-3,8; Gv 8,31-59 )

don Davide Milanesi

Stiamo vivendo questa Quaresima, invocando un cuore nuovo per celebrare una Pasqua nuova; vediamo a quale novità del cuore ci invita questa pagina di Vangelo ascoltata.
Nel Vangelo di oggi, notiamo che Gesù sta parlando con i giudei che avevano creduto in lui, ma, alla fine di questo dialogo, proprio coloro che hanno creduto in lui raccolgono pietre per tirarle contro di lui.
Tutto questo ci fa nascere la domanda: cosa ha detto Gesù a coloro che hanno creduto in lui, perché alla fine vogliono tirargli le pietre?
Gesù rivela che si può dire di credere in lui, ma non ascoltare la Sua parola: si può essere dei cristiani di facciata (si dice di credere, ma non si obbedisce alla Sua parola). Credere è obbedire alla parola di Gesù.
Cosa impedisce a questi credenti di obbedire alla Sua parola, non mettendo in pratica la sua parola?
Gesù sembra smascherare la radice di questa disobbedienza: hanno per padre il diavolo. Ora, la paternità dice una relazione che ci forma, che plasma il nostro cuore.
Avere per padre il diavolo – sembra dire Gesù – è avere un cuore incline alla menzogna, un cuore che inganna, che deforma la realtà, un cuore che dice il falso.
Se ci pensiamo bene, la menzogna trasforma la realtà, attraverso le parole.
La menzogna è metterci al posto del Creatore, creando, attraverso le parole, una realtà che non c’è. La menzogna è abitata dal senso di onnipotenza, così da trasformare la realtà a mio piacimento, attraverso le parole.
La menzogna di questi giudei è dire di essere credenti, ma non obbedire alla Sua parola: questa menzogna li porta a costruire una fede a propria immagine e somiglianza.
Ma c’è di più: questi giudei, che hanno creduto in Gesù, danno dell’indemoniato a Gesù e Lui, per difendersi, dice che non cerca la sua gloria.
Questo ci fa dire che avere per padre il diavolo non è solo avere un cuore incline alla menzogna, ma avere un cuore che – continuamente – cerca la propria gloria.
Allora, chiedere un cuore nuovo, per celebrare una Pasqua nuova, è allontanare dal nostro cuore ogni forma di menzogna e non cercare la nostra gloria.
Un esercizio, che ci può aiutare in questo, è praticare frequentemente il sacramento della Penitenza, nel quale ci mettiamo davanti a Dio, con verità, e in cui non affermiamo la nostra gloria, ma, al contrario, affermiamo la gloria di Dio.
Rinnovare il nostro cuore, per celebrare una Pasqua nuova, è abbandonare i sentieri della menzogna e della ricerca della propria gloria, obbedendo, con umiltà, alla parola di Dio.
Rimanere nella parola di Dio, ci fa discepoli di Gesù, ci fa conoscere la verità e questo ci rende liberi.
«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

  don Davide

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