|
|
Vorrei che, all’inizio di quest’anno, facessimo nostre le parole della benedizione che Mosè dovrà pronunciare su Israele.
Così il libro dei Numeri: «Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace».
Anche il responsorio del salmo ci ha fatto pregare con: Dio ci benedice con la luce del suo volto.
Il volto di Dio è la nostra benedizione.
Questa benedizione ci ricorda che, quando il volto del Signore risplende nella nostra vita, quando il volto del Signore si volge a noi, allora noi sperimentiamo un tempo di grazia e di pace, un tempo benedetto da Dio.
Ci siamo lasciati alle spalle un anno segnato dalla pandemia, che ha ulteriormente aggravato crisi tra loro fortemente collegate, come quella economica e migratoria, provocando pesanti sofferenze e disagi. Pensiamo anche alla sofferenza di coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro.
Alla conclusione di un anno così, potremmo avere la tentazione di dire che è stato un anno in cui non abbiamo visto risplendere il volto di Dio, desiderando che, quest’anno, il volto del Signore possa risplendere maggiormente.
Quando l’uomo si trova nella fatica, nella prova, nel dolore, facilmente ha voglia di puntare il dito verso un Dio che non fa brillare la luce del suo volto.
La parola di Dio ascoltata, invece, ci costringe a guardare bene, a non lasciare che il male che abbiamo visto si amplifichi nel nostro cuore annebbiando la nostra vista così da toglierci la possibilità di vedere, anche nell’anno concluso, il volto del Signore.
La parola di Dio ascoltata è un continuo sollecitarci a rispondere alla domanda: dove e in chi ho incontrato il volto del Signore
Quando ci sentiamo circondati e catturati dal mistero del male, non possiamo che resistergli cercando di vedere come Dio, anche in questo tempo, manifesta il suo volto.
Non dimentichiamo che siamo chiamati a riconoscere il volto Dio nel volto degli altri.
Troviamo, infatti, il volto di Dio nei volti di chi, come ci ricorda san Paolo, cerca di avere gli stessi sentimenti di Gesù (quei sentimenti che promuovono, come dice il papa nel suo messaggio per la giornata della pace, l’atteggiamento della cura).
Un messaggio quello del papa che ha per titolo: La cultura della cura come percorso di pace. La cura, come promozione della dignità e dei diritti della persona. La cura del bene comune. La cura, mediante la solidarietà. La cura e la salvaguardia del creato.
Ritornando a Paolo, possiamo dire che i sentimenti di Gesù si esprimono in un‘umanità capace di prendersi cura degli altri. In uomini e donne che si prendono cura degli altri, noi possiamo veder risplendere il volto di Dio.
Il Male, quando si manifesta, vuole scoraggiarci dall’avere gli stessi sentimenti di Gesù, dal prenderci cura degli altri; il male, nel suo manifestarsi, vuole, semplicemente, invitarci a pensare solo a noi stessi.
Ma, se saremo capaci di vedere il volto di Dio, che risplende, nel volto di chi ci sta attorno, anche quando il male si fa sentire, allora troveremo sempre energia e forza, per prenderci cura degli altri.
Perché quando «Il Signore rivolge a noi il suo volto, ci concede pace». Dio ci benedice con la luce del suo volto.
|
