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OMELIE ANNO A 2019-20
 
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Circoncisione del Signore - Mercoledì 1 Gennaio 2020
( Nm 6,22-27; Fil 2,5-11; Lc 2,18-21)

don Davide Milanesi

Quando si arriva a questo punto (all’inizio d’un nuovo anno), potrebbe emergere dal cuore un desiderio di bilancio dell’anno trascorso, ma, nello stesso tempo, si guarda anche, con fiducia, all’anno che inizia. La cosa che, però, accomuna questo punto dell’anno è la percezione che il tempo scorre inesorabile.
Vorrei, quindi, far riferimento ad una frase del monaco Thomas Merton, che diceva: Il tempo galoppa, la vita sfugge dalle mani, ma può sfuggire come sabbia oppure come semente.
Forse, all’inizio di quest’anno, potremmo chiederci: nel solco della vita, che cosa sto seminando?
La lettera ai Filippesi ci suggerisce di avere gli stessi sentimenti di Gesù. Potremmo dire «io, con la mia vita, sto seminando gli stessi sentimenti di Gesù?».
La lettera, con il suo inno cristologico, sembra che ci suggerisca due sentimenti, due atteggiamenti tipici della vita di Gesù.
Il primo ci ricorda che svuotò se stesso assumendo la condizione di servo. Sto seminando con la mia vita lo stile del servizio? Chi guarda la mia vita vede un servo, uno per il quale al primo posto ci sono gli altri?
All’inizio di questo anno, posso ringraziare quanti si sono messi al mio servizio nello scorso anno, ma nello stesso tempo chiedere al Signore di aiutarmi a mettermi al servizio degli altri.
Un secondo seme, da far cadere nel solco della vita è l’annotazione che umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. In questo umiliò troviamo la radice di un atteggiamento che non sempre vien indicato come obbiettivo educativo ed è quello dell’umiltà. Nel solco della vita, sto gettando semi di umiltà?
L’umiltà è la giusta considerazione di sé, è la capacità di riconoscere i propri limiti e i propri pregi; è l’atteggiamento di chi riconosce il suo essere creatura, di chi non ha niente da difendere, perché sa che chi lo difende è Dio: come Gesù, che va a morire in Croce, senza difendersi, perché sa che sarà il Padre a difenderlo.
L’umile, riconoscendosi come creatura, è colui che obbedisce; del resto, anche il servo obbedisce. I semi del servizio e dell’umiltà nascono dall’obbedienza.
La prima obbedienza che dobbiamo non è tanto a Dio quanto, piuttosto, alla vita che, con il suo scorrere inesorabile, ci chiede delle obbedienze. È in queste ultime che noi siamo chiamati ad obbedire a Dio, siamo chiamati a chiederci dove Dio ci sta portando.
Ciò che caratterizza la vita di Gesù è la sua obbedienza al Padre: una vita in obbedienza a Dio getta semi di servizio e umiltà.
Noi vogliamo vivere questo nuovo anno con gli stessi sentimenti di Gesù: disponiamo, quindi, il nostro cuore nell’obbedienza alla volontà di Dio, perché, solo così, nel solco della vita non getteremo sabbia, bensì, semi di servizio e di umiltà.
Perché, come diceva Thomas Merton: Il tempo galoppa, la vita sfugge dalle mani, ma può sfuggire come sabbia oppure come semente.
Noi cosa vogliamo seminare in questo 2020?

  don Davide

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