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OMELIE ANNO C 2018-19
 
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V domenica di Avvento - Domenica 16 dicembre 2018
(Is 30, 18-26b; 2 Cor 4, 1-6 ; Gv 3, 23-32a)

don Davide Milanesi

In questo cammino di Avvento, abbiamo voluto mettere al centro del nostro pellegrinare la Parola di Dio come lampada ai nostri passi, che illumina il nostro cammino e ci permette di raccogliere gli annunci di gioia che ci sono nella nostra vita.
In questa V domenica di Avvento, siamo chiamati ad ascoltare la Parola di Dio che ci viene dal Battista, il quale è riconosciuto dai propri discepoli come colui che ha dato testimonianza a Gesù. Il Battista dice di essere testimone, perché è l’amico dello sposo. Lo sposo è Gesù (lo sposo è chi dà il vino nuovo e Gesù, alle nozze di Cana, è colui che ha dato il vino nuovo).
Il Vangelo dice: L’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo.
Noi siamo amici dello sposo, perché siamo presenti e lo ascoltiamo.
Vorrei fare un inciso sul valore dell’ascolto. Ascoltare è dare tempo a qualcuno e dare tempo è dare vita. Ascoltare Gesù è dargli vita.
Non solo: ascoltare Gesù fa esultare di gioia l’amico che lo ascolta.
Come non ricordare il Battista, che esulta, nel grembo di Elisabetta, quando incontra Maria, che porta nel grembo Gesù? Gesù è lo sposo e noi siamo suoi amici, quando lo ascoltiamo e questo ascolto ci fa esultare di gioia.
Ma quale parola ha da dirci Gesù; quale parola possiamo ascoltare da Gesù?
Prima di ascoltare quale parola Gesù deve dirci, dobbiamo avere la stessa consapevolezza del Battista: Lui deve crescere; io, invece, diminuire.
Ciò significa che, per poter ascoltare, dobbiamo mettere a tacere il nostro io (con le sue idee, con le sue convinzioni e preoccupazioni) e dobbiamo fare spazio ad un Altro: questo è il senso del diminuire.
L’io eccessivamente preoccupato del proprio benessere non lascia spazio alla parola di un altro. Questo io gigantesco, che non lascia spazio, non si accorge che quest’eccessiva preoccupazione di sé lo porterà a grandi solitudini, perché nessuno e niente potrà incontrarlo.
Non solo: l’io deve diminuire, ma Gesù deve crescere. Fino a quando dovrà crescere? Fino a quando sarà innalzato da terra, cioè fino a quando sarà inchiodato sulla croce.
Questa è la parola che dobbiamo ospitare nella nostra vita; la Parola della Croce. Il discorso della croce, in ultima analisi, è la Parola da ascoltare e a cui essere presenti.
Il Battista sembra dirci che Gesù viene per crescere, fino ad essere innalzato sulla croce. La Croce è la misura dell’amore che Dio ha per noi. Gesù viene per raccontarci quest’amore.
Noi stiamo andando fino a Betlemme, illuminati proprio dalla Parola di Gesù, che racconta tutto l’amore che Dio ha per noi.
Chiediamo al Signore di vivere questi giorni, nell’imminenza del Natale, come suoi amici, che esultano di gioia nell’ascoltare la sua parola, che racconta l’amore di Dio per noi.
Perché, in questi giorni, non ci dedichiamo alla lettura dei vangeli cosiddetti dell’infanzia (i capitoli da 1 a 3 del vangelo di Luca)? Oppure, perché non darci del tempo per partecipare all’Eucarestia feriale?
 

  don Davide

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