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OMELIE ANNO C 2018-19
 
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II domenica di Avvento - Domenica 25 novembre 2018
(Is 19,18-24; Ef 3,8-13; Mc 1,1-8)

don Davide Milanesi

In questo tempo di Avvento, anche noi stiamo preparando la via per accogliere Gesù nella nostra vita, attraverso l’ascolto della Parola di Dio. Anche il Vangelo, oggi, ci chiede di preparare la via al Signore Gesù che viene ad incontraci.
Preparare la via è preparare il nostro cuore, affinché sia attento alla venuta del Signore nella nostra vita quotidiana.
Nel brano evangelico, per preparare la via al Signore, la gente va da Giovanni il Battista.
Chi è Giovanni il Battista?
Vediamo come il Vangelo lo descrive. Ci racconta come era vestito e cosa mangiava, come se dal vestito e dall’alimentazione si possa capire il cuore del Battista, così che anche il nostro cuore possa essere simile al suo.
Innanzitutto, i suoi pasti: cavallette e miele selvatico. Questi cibi ci suggeriscono che il Battista mangiava quello che trovava. Tutto questo ci fa pensare che il cuore del Battista è un cuore che vive della provvidenza di Dio, è un cuore che sa raccogliere i doni di Dio. Il Battista vive di ciò che Dio gli dona.
Poi, il vestito: peli di cammello e cintura ai fianchi dicono che il Battista non è particolarmente ricercato nel suo abbigliamento, ma veste in modo sobrio. Il cuore del Battista è un cuore sobrio. La sobrietà, così come la povertà, è segno che non si riempie la vita con tante cose: in questo modo, è possibile lasciare spazio a Dio.
Questo andare a preparare la via del Signore, andando da un uomo come il Battista, dal cuore sobrio e che crede alla provvidenza di Dio, ci suggerisce che preparare la via al Signore, prepararci al Natale, è custodire una sobrietà della vita e un cuore che confida nella provvidenza di Dio.
Potremmo pensare qualche gesto di sobrietà. Proviamo a guardare in casa nostra a quante cose inutili abbiamo, oggetti che da tanto tempo non usiamo o tocchiamo solo per fare la polvere. Potrebbe essere l’occasione per togliere qualcosa e realizzare un angolo curato, per dare spazio alla Bibbia aperta in casa.
Questo togliere oggetti superflui può essere segno di un cuore che fa spazio a Dio. Oppure, nelle tante cose che facciamo, proviamo a pensare se proprio tutto quello che facciamo è essenziale; è vero: oggi tutto è importante, ma cosa è realmente essenziale? Magari, potremmo scoprire che alcune cose che facciamo non sono così essenziali e potremmo evitare di farle, per dare più tempo a Dio.
Per quanto riguarda un cuore che crede nella provvidenza di Dio, dovremmo vedere quante volte, nella vita, facciamo qualcosa, pur riconoscendo la sproporzione tra quanto richiesto e ciò che noi riusciamo – effettivamente – a fare.
Tutte le volte che ci sembra poco quello che possiamo fare rispetto al bisogno e comunque decidiamo di farlo, mettiamo in campo un cuore che crede nella provvidenza di Dio, perché il poco che abbiamo lo mettiamo nelle mani di Dio, fiduciosi che Lui farà il resto.
In questo tempo di Avvento, andiamo come i pastori verso Betlemme, mettendo al centro della nostra vita la Parola di Dio, raccogliendo annunci di gioia e preparando la via al Signore attraverso un cuore sobrio che crede all’amore provvidenziale di Dio.
 

  don Davide

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