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OMELIE ANNO B 2020-21
 
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Ia Domenica di Quaresima - Domenica 21 febbraio 2021
( Is 57,15-58, 4a;  2Cor 4,16b - 5,9; Mt 4,1-11 )

don Davide Milanesi

La Quaresima ambrosiana inizia sempre con il caratteristico Vangelo delle tentazioni: Gesù, nel deserto, dopo 40 giorni, viene tentato dal diavolo.
Oggi, vorrei che entrassimo dentro questa pagina con questa domanda: dove trova Gesù la forza per dire di “no” al tentatore? Dove trova la forza di resistere al tentatore?
Credo sia una domanda che possa aprirci sentieri sapienziali per la nostra vita, sentieri che possono aiutarci a rileggere e comprendere la nostra vita.
Di solito, noi sappiamo che alcune cose non vanno bene, eppure non ce la facciamo a non farle. A volte, l’intelligenza ci aiuta a capire che, se faccio quelle cose, se dico quella cosa, sto male io e faccio star male gli altri; eppure, non abbiamo la forza per resistere.
Dunque, dove trova Gesù la forza per resistere al tentatore?
In due condizioni: il deserto e la Scrittura.
Ho provato pensare che i quaranta giorni di deserto abbiano fortificato Gesù. Il deserto è il luogo dell’essenziale, il deserto ci fa vivere la frase del salmo Distogli i miei occhi dalle cose vane: il deserto ci spoglia di tante cose inutili, è un luogo che ci pone in una condizione di essenzialità. Il deserto ci costringe a fare delle scelte, ad essere risoluti e ci costringe a trattenere l’essenziale: per questo ci rende forti. Il deserto ti fa mettere da parte tante cose, ti fa scartare molte cose, così da trattenere l’essenziale.
Il deserto ci rende leggeri e la leggerezza ci rende agili nella battaglia.
La Scrittura: è molto bello vedere come Gesù risponda al tentatore attraverso la parola della Scrittura. È una battaglia fatta con le parole: la parola del tentatore, che esprime un pensiero ed invita ad un agire contro Dio; la parola della Scrittura, che esprime la sapienza di Dio e invita ad un agire secondo il Vangelo.
Interessante vedere come il tentatore userà, nella seconda tentazione, anche lui la Scrittura, omettendo, però, alcuni passi; la strumentalizza, quindi, per il proprio scopo.
Deserto e Scrittura sono quelle armi che possono aiutarci, in questa Quaresima, a plasmare in noi un cuore nuovo, così da celebrare una Pasqua nuova.
La scenografia dell’altare ci invita a questo camminare verso la Pasqua: il cero e il crocifisso sono il segno della morte e resurrezione di Gesù, le candele che ogni domenica accenderemo indicano il nostro cammino verso la Pasqua.
L’incenso che accenderemo è la nostra preghiera, per chiedere un cuore nuovo, così da celebrare una Pasqua nuova, come dice la frase scritta sul muro e l’antifona che ogni domenica, dopo l’atto penitenziale, canteremo. La novità di questa Pasqua non sarà in riferimento alla Pasqua dell’anno scorso, celebrata senza la comunità, mentre quest’anno la celebreremo in comunità, ma risiederà nel nostro cuore rinnovato. Un cuore che potrà rinnovarsi, se abiteremo il deserto e la Scrittura.
Tento alcune concretizzazioni, circa il deserto e la Scrittura.
Il deserto è il luogo dell’essenziale: perché non rendere essenziale la nostra casa, la nostra stanza, mettendola in ordine. Proviamo a guardarci in giro e vedere quante cose inutili abbiamo sui mobili; proviamo a spogliare la nostra casa da tutto ciò che è inutile con grande risolutezza, proviamo davvero a guardaci attorno e dire: ma quel vasetto su quella mensola è necessario? La liturgia stessa chiede di spogliale l’altare.
Ecco, se uno decidesse di buttare via delle cose, non le porti in parrocchia: non siamo la discarica. Anche le foto che raccontano una storia: proviamo, per quaranta giorni, a tenere quelle che ricordano passaggi essenziali della nostra vita, le altre nel cassetto.
Facciamo deserto in casa, così che il nostro cuore abiti il deserto e vada all’essenziale.
Di fronte alle tante cose che abbiamo, chiediamoci: ma è essenziale? Non importante, attenzione, ma: essenziale.
Per quanto riguarda la Scrittura, vorrei che andassimo a quella Scrittura che fa risuonare la Parola della Croce. Valorizziamo la giornata del venerdì, incrociamo il nostro sguardo con quello del crocifisso e mettiamoci in ascolto della sua parola così da apprendere la Sapienza che viene dall’uomo della croce.
Diamoci, come appuntamento fisso, in questa Quaresima, del tempo ai piedi della Croce; combattiamo le parole, i pensieri del Maligno, che si affacciano al nostro cuore, con la Parola della Croce, con la Sapienza che viene dall’Uomo della Croce.
In questa Quaresima, abitiamo il deserto e la Scrittura: solo così, potremo avere un cuore nuovo, per celebrare una Pasqua nuova.

  don Davide

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