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OMELIE ANNO B 2020-21
 
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Domenica dopo l'ottava del Natale del Signore - Domenica 3 gennaio 2021
( Sir 24,1-12; Rm 8,3b-9a; Lc 4,14-22 )

don Davide Milanesi

Quello che mi colpisce, di questo testo, è che c’è una descrizione minuziosa, con una molteplicità di verbi, di tutto quello che Gesù fa (Venne…entrò…si alzò…gli fu dato…aprì…trovò...). Si tratta di azioni che preparano il testo della profezia di Isaia, tuttavia non si dice un’azione di Gesù: che legge. Non si dice “iniziò a leggere”.
Perché Luca descrive in modo meticoloso il momento in cui Gesù deve leggere la profezia, come una ripresa cinematografica alla moviola, ma non dice che la legge e lo lascia sottointeso? Non poteva lasciare sottointeso che ha aperto il rotolo o che ha trovato il passo del profeta Isaia? Perché Luca non dice che Gesù legge la profezia?
Ho provato a pensare che il motivo sia perché ciò che conta è l’interpretazione che Gesù dà di quel passo del profeta Isaia, attraverso la propria vita. È la vita stessa di Gesù che annuncerà ai poveri il lieto messaggio, darà la vista ai ciechi, libererà gli oppressi. Il passo del profeta Isaia prende carne nella vita di Gesù.
Ciò che preoccupa l’evangelista è invitare chi ascolta a notare come Gesù darà concretezza a quella scrittura.
Detto questo, proviamo ad immaginare che Gesù, invece di recarsi ed entrare nella sinagoga, si appresti ad entrare nella nostra vita; questo è il Natale che stiamo celebrando: Gesù che entra nella nostra vita. Proviamo ad immaginare che Gesù prenda in mano il rotolo della nostra vita e lo apra.
Possiamo dire che, leggendo il rotolo della nostra vita troverà qualcosa di profetico?
Potrà dire che la nostra vita ha adempiuto la profezia di Isaia?
Potrà dire che la nostra vita ha dato concretezza alla parola del profeta Isaia?
Gesù potrà dire che la nostra vita è un lieto annunzio? Potrà dire che abbiamo ridato la vista a ciechi (nel senso che abbiamo aiutato gli altri ad allargare gli orizzonti, a guardare in modo nuovo la realtà, a vedere nella storia la presenza di Dio)?
Gesù potrà dire che la nostra vita è stata capace di liberare gli oppressi (certo, gli oppressi dalle ingiustizie di questo mondo, ma – anche – gli oppressi dai propri sensi di colpa e dalle proprie ferite)?
A Natale, Gesù entra nella nostra vita e apre il rotolo della nostra esistenza. Cosa vi legge?
Io credo che, leggendo la vita di ciascuno di noi, Gesù potrà dire: oggi si è adempiuta la scrittura del profeta Isaia.

  don Davide

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