Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la navigazione e offrire servizi in linea con le tue preferenze.
Per approfondire le cookie policy premi il bottone POLICY.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Image
 
OMELIE ANNO B 2020-21
 
Image

II Domenica di Avvento - Domenica 22 novembre 2020
( Is 51,7-12a; Rm 15,15-21; Mt 3,1-12 )

don Davide Milanesi

“Manca il protagonista. Non c'è il personaggio principale. Il Vangelo di oggi resta veramente tutto sospeso nell'attesa. Nel Vangelo di oggi manca Gesù. È come un vuoto che si apre nello stomaco, come un buco nel tempo e nello spazio. E’ la sua assenza la vera protagonista del Vangelo di oggi, la sua attesa. […] Gesù è lo sfondo del Vangelo di oggi, sta dietro, in attesa che i preparativi siano pronti, in attesa che tut¬to sia pronto a riceverlo.
Così scrive nel suo libro “Con gli occhi fissi su Gesù” don Claudio Girardi giovane prete trevigiano, morto prematuramente.
In questo Vangelo Gesù non c’è, ma Giovanni lo sa rendere presente.
Come Giovanni rende presente questo Gesù?
Innanzitutto con la sua parola, quella parola con la quale fa il suo ingresso nel Vangelo che è la stessa parola con cui Gesù inizia la sua vita pubblica: Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino.
Ma il Vangelo continua a descrivere Giovanni attraverso il suo vestito la sua alimentazione e già all’inizio ci ha detto dove abitava: nel deserto.
Perché il Vangelo è preoccupato di darci tutte queste indicazioni su Giovanni?
L’intento non è descrittivo, ne da reportage di rotocalco e nemmeno per soddisfare chissà quali curiosità.
Ma semplicemente per farci riconoscere che Giovanni è un uomo che parla con tutto ciò che è: con la sua persona, l’abbigliamento, le abitudini, persino l’alimentazione.
Semplicemente ci ricorda che noi parliamo ancor di più con ciò che siamo, prima delle parole. Vengono alla mente le parole che san Francesco diceva ai suoi frati quando li inviava in missione: Andate e predicate. E se occorre anche a parole. ... Se occorre!
Di fronte ad un uomo che parla con la vita tutti accorrono e mettono in pratica la sua parola che invita alla conversione.
La vita di Giovanni, il suo stile, sembra rendere credibile la sua parola.
Giovanni con il suo stile di vita rende credibile la sua parola.
Un parola che incarnata nel suo stile di vita fa percepire la vicinanza del regno, fa percepire la presenza dell’assente: Gesù.
In questo modo rendendo vicino Gesù attraverso la sua parola resa credibile dal suo stile di vita tutti capiscono la necessità di convertirsi.
Ci si converte non perché si sta sbagliando ma perché il regno di Dio è vicino.
In questo avvento in cui stiamo scoprendo come dono della venuta di Gesù il nostro essere figli di Dio possiamo dire che i figli di Dio rendendo presente Gesù con la propria parola ma soprattutto con il proprio stile di vita.
Chi vede la mia, tua, nostra vita può vedere la presenza di Gesù?
Prima delle parole è la nostra vita che parla di Gesù.
Vorrei invitarvi ad andare a leggere le testimonianze di uomini e donne dei giorni nostri che custodiscono la loro fede in contesti dove rischiano la vita.
I martiri e i cristiani perseguitati del nostro tempo prima di renderci giudici dei loro uccisori e di chi li perseguita dovrebbero interrogarci sulla nostra testimonianza, sul nostro modo di essere testimoni qui e oggi.
Vi leggo una testimonianze di un cristiano rapito in Siria durante la jihad islamica nel 2014 che mi sembra un Giovanni battista dei giorni nostri:
42 anni, padre di cinque figli, commerciante di legumi
“Sono stato rapito una sera, davanti al mio negozio, sono stato bendato e chiuso nel bagagliaio di una macchina ... Ho trascorso quattro giorni senza vedere il sole, alimentato solo a pane e acqua. Mi preparavo a morire e ho trascorso il tempo a pregare e a pensare a Gesù abbandonato sul Monte degli Ulivi. Dal mio rilascio è aumentata la convinzione dell'importanza della fede cristiana. Sono spesso in chiesa, invito tutti al pentimento e alla meditazione della Sacra Scrittura, porto sempre nella mia mano la corona del santo rosario.
Chiediamo al Signore in questo tempo di Avvento di essere come il battista e come in nostri fratelli cristiani perseguitati rendendo presente qui ed ora Gesù di Nazareth più che con le parole con la nostra stessa vita.

  don Davide

Contattaci

  Via San Giacomo, 9,  20142, Milano

Scrivi al Parroco

  don Davide Milanesi

Aiuta l'Oratorio

Se sei disponibile

  •   a offrire del tempo
  • (anche solo un'ora !)
  • fa click  > qui <

Newsletter "il Seme"

Non ricevi la newsletter "il Seme" ?

  •   Inserisci la tua e-mail qui sotto:
Approvazione Privacy policy

Search