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OMELIE ANNO A 2019-20
 
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Dedicazione della Chiesa Cattedrale - Domenica 18 ottobre 2020
( Bar 3,24-38; 2Tm 2,19-22; Mt 21,10-17 )

don Davide Milanesi

Noi siamo coloro che hanno una certa familiarità con il tempio, con la chiesa.
In questa domenica, nella quale celebriamo la solennità della dedicazione del Duomo, la liturgia ci offre questa pagina di Vangelo, sembra porre una domanda proprio a noi, familiari del tempio: con quale cuore entriamo vi entriamo?
Se prendiamo il tempio, in senso ampio, potremmo anche chiederci: con quale cuore stiamo dentro la Chiesa?
Dio, come dice il libro del profeta Baruc, non sceglie il cuore dei giganti, alti di statura ed esperti nell’arte della guerra. Dio non vuole il cuore dei prepotenti.
San Giovanni Crisostomo, nel IV secolo, diceva: “Il Cristo pasce agnelli. Finché saremo agnelli vinceremo, quando diventeremo lupi perderemo”
Mi chiedo se, nella storia, la Chiesa non abbia esibito un cuore da lupi, da giganti esperti nella guerra e, oggi, forse, ne stiamo pagando le conseguenze.
Dio, come dice il Vangelo, non sceglie chi ha il cuore dei cambiamonete dei venditori ai quali rovescia loro i tavoli. Dio non sceglie coloro che sono attaccati alla ricchezza, e coloro che non fanno niente per niente, che non conoscono la gratuità dei gesti. Dio non sceglie coloro che non sanno fare le cose gratis.
Gesù rovescia loro i tavoli, per rovesciare il loro modo di pensare, avido e poco generoso.
Mi chiedo, anche alla luce di fatti recenti, se, nella Chiesa, continuano ad esserci venditori e cambia monete, a cui Gesù rovescia il tavolo, per chiedere loro di rovesciare il loro cuore, così che possa cambiare.
Interessante vedere come, nel Vangelo, Gesù abbia la propria reazione più dura, proprio con i cambiamonete e i venditori presenti nel tempio.
Qual è, quindi, il cuore che il Signore vuole, per stare nel tempio? Per stare nella chiesa?
Ci sono altri personaggi che frequentano i portici del tempio, che il Signore non scaccia.
È la schiera di mendicanti.
Matteo, nel Vangelo, dopo il racconto del gesto di Gesù, che scaccia i venditori dal tempio, annota: gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì.
Si sta nel tempio, nella chiesa, con un cuore da mendicante, non da venditore o da gigante.
Il cuore del mendicante è un cuore che attende, è il cuore di chi non lascia passare invano il Signore. Va da Dio a mani vuote; sotto i portici del tempio, tende la mano e cerca, desideroso di raccogliere, anche per quel giorno, la grazia di Dio.
Il mendicante può solo ringraziare il Signore, per aver riempito molte volte la sua mano, tesa e vuota, con il dono della Sua grazia.
Chiediamo al Signore di allontanare da noi il cuore dei giganti esperti nella guerra; chiediamo di allontanare da noi il cuore dei cambiamonete e dei venditori, perché il Signore ci doni il cuore dei mendicanti.

  don Davide

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