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OMELIE ANNO A 2019-20
 
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Natale del Signore - Mercoledì 25 Dicembre 2019
( s. messa del giorno - Is 8,23b - 9,6a; Eb 1,1-8a; Lc 2,1-14 )

don Davide Milanesi

Ogni uomo desidera la vita. È alla ricerca di un modo di vivere la propria esistenza quotidiana che salvi la vita. Su questo uomo che desidera la vita, a Natale giunge un annuncio: «Non temete,….vi annuncio una grande gioia,……è nato per voi il Salvatore».
Ma da cosa dobbiamo salvare la nostra vita?
L’idea di salvezza è legata a quella di libertà: è salvo chi è libero dal male, è salvo chi è libero da ciò che minaccia la vita.
C’è solo un evento che la minaccia seriamente. Ed è la morte. Quella morte che fa paura ad ogni uomo. Gesù Bambino viene a liberarci dalla paura della morte e di tutto ciò che ci porta verso quella direzione.
Ci libera da questa paura, perché Lui attraverserà la morte, ma non vi soccomberà. Ce ne rende liberi, perché Lui farà della morte un dono d’amore.
Il morire per Gesù ha un perché: amare gli uomini. Gesù ha un motivo per vivere, perché ha una ragione per morire: l’amore per tutti gli uomini, fino alla fine. La morte in Croce sarà l’esito di un’esistenza vissuta nell’amore.
In un mondo ingiusto, il giusto non può che essere eliminato, perché diventa insopportabile, agli occhi degli empi. Dio, però, lo ha resuscitato, a motivo dell’amore che ha saputo vivere. Un amore forte come la morte. Anzi, più forte della morte! La resurrezione di Gesù ci dirà che la morte toglie la vita, ma non toglie l’amore. Che è il motore della vita e ci tiene in vita.
Gesù è il Salvatore, perché indica la via dell’amore fino alla fine come la via per salvare la vita.
La via della salvezza, indicata dalla fede cristiana è quella di saper spendere la nostra vita per gli altri, sulle tracce di Gesù di Nazareth.
A Natale, quando ricordiamo la nascita di Gesù Bambino, noi siamo davanti a Colui che salva la nostra vita, perché ci libera dalla paura della morte, indicando la via dell’amore come quella che vince la morte, perché l’amore rimane anche dopo la morte.
Noi, però, crediamo davvero all’amore come la via che salva la nostra vita?
Ciascuno di noi dovrebbe rispondere a questa domanda, andando a vedere i tanti gesti d’amore che, in questa vita riesce a vivere. I gesti d’amore, che ogni giorno noi viviamo, sono i passi che noi compiamo su quella via dell’amore tracciata da Gesù di Nazareth.
Noi sappiamo come questi gesti d’amore portino con sé la sottile sensazione del morire a noi stessi. Quando chiediamo scusa o perdoniamo qualcuno, facciamo morire il nostro orgoglio; quando ci concediamo slanci di generosità gratuita verso gli altri, noi inchiodiamo sulla Croce il nostro egoismo: tutto questo ci ricompensa in gusto per la vita, perché l’amore è forte come la morte. Anzi, di più.
Gesù Bambino è qui a chiederci di credere ancora alla forza dell’amore; è qui ad illuminare la via dell’amore e ad invitarci, anche se il mistero del male, a volte, prova a scoraggiarci nel muovere i passi sulla via che il Cristo ci addita.
Se qualcuno è un po’ deluso dalla vita perché il mistero del male ha iniettato nel nostro cuore il veleno dello scetticismo, Gesù Bambino vuole invitarlo a ricominciare a muovere i passi sulla via dell’amore, perché viene a prenderci per mano, per rimetterci su questa via.
Gesù Bambino è il Salvatore, perché ci chiede di non arrenderci ai sussurri del mistero del male che vuole frenare il nostro incedere sulla via dell’amore.
Guardando a Gesù Bambino, sentiamo l’invito a credere ancora alla forza dell’amore.
Sarà Natale se noi, feriti dal male, troveremo ancora la forza di muovere i nostri passi sulla via dell’amore.
«Non temete,….vi annuncio una grande gioia,……è nato per voi il Salvatore!»

  don Davide

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