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OMELIE ANNO B 2018
 
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Pasqua di Risurrezione - Sabato 31 marzo 2018 (Veglia Mt 28,1-7)

don Davide Milanesi

Questa sera noi diventiamo Gente di Pasqua!

Da dove nasce la Gente di Pasqua?

Da queste due donne: Maria di Magdala e l’altra Maria.

Due donne che vanno a visitare il sepolcro.

Un Sepolcro fatto di una grossa pietra, ben sigillata, che vuole impedire a Gesù di risorgere.

Anche noi, forse, come queste due donne, troppo spesso con i nostri pensieri e le nostre parole andiamo a visitare i nostri sepolcri, ben custoditi da grosse pietre che impediscono a Gesù di risorgere.
Troppo spesso la nostra mente e il nostro linguaggio odorano di morte, perché raccontano dei nostri sepolcri ben sigillati da una pietra che impedisce a Gesù di essere il Vivente.
Cos’è questa pietra che abita il nostro cuore e impedisce a Gesù di resuscitare?
Cos’è questa pietra che non riusciamo o non vogliamo spostare dal profondo del nostro cuore per lasciare che Gesù sia una presenza viva per la nostra vita?
Cos’è questa pietra che ci impedisce di credere alla gioia?
Cos’è questa pietra che non permette al nostro linguaggio di raccontare la gioia della vita?
Ciascuno ha la sua pietra: forse un trauma subito nell’infanzia, forse dei genitori che non ci hanno amato abbastanza, forse un lutto che non abbiamo ancora digerito, una malattia che ci ha colto all’improvviso, forse una delusione per un’amicizia in cui credevamo, forse il fallimento di una storia affettiva per cui abbiamo investito tutta la nostra vita...
Ciascuno ha la sua pietra che impedisce a Gesù di essere il Vivente e che ci impedisce di credere alla gioia.

Fratello, Sorella! Gente di Pasqua se siamo qui questa sera è perché insieme vogliamo credere che c’è un angelo che questa pietra può rotolarla via dal nostro cuore, un angelo che su questa pietra, dopo averla rotolata via, ci si siede sopra.
Concedetemi di immaginare questo angelo non come quelli dipinti dal Beato Angelico o da Raffaello, che pure sono splendidi, ma un angelo un po’ burlone, mezzo palestrato, con gli occhiali da sole, perché sa che la luce del Risorto è talmente forte da allontanare ogni nostro sguardo, infissa sulla pietra.
Il Risorto porta con sé una luce che ti impedisce di guardare alla pietra.
Gli occhiali sono necessari per guardare al Risorto che, talmente luminoso, non ti permette di guardare alla pietra rotolata via.
Un angelo con tatuato sul braccio il suo nome, che non è né Gabriele, né Raffaele e nemmeno Michele, ma si chiama Massimo Decimo Meridio.
Un angelo che con accento romano e un po’ canzonatorio potrebbe dirci:
“Ah oh, do guardi? Non stare in fissa su sta pietra, non è qui! Guarda altrove!”.

L’annuncio della Resurrezione ci raggiunge per dirci che le pietre del nostro cuore, che impediscono a Gesù di risorgere, Gesù stesso le sposta.
Non cerchiamo Gesù dietro le nostre pietre, ma guardiamo altrove; l’annuncio della Resurrezione ci raggiunge per dirci che la gioia della vita è possibile, perché le pietre che impediscono la gioia, Gesù le ha rotolate vie e ci aspetta sulle strade della Galilea, non sulle strade dei sepolcri.
Il problema è che Lui più che dircelo non sa cosa fare.

Bellissimo il nostro Massimo Decimo Meridio, l’angelo palestrato con tatuaggio e occhiali da sole, alla fine cosa dice?: “Io ve l’ho detto”.
In questo “io ve l’ho detto” c’è tutto il coraggio di Dio che affida la potenza della Resurrezione alla fragilità di uomini e donne che siamo noi.
Io vi ho detto che la gioia è possibile perché la pietra non ha trattenuto Gesù nel Sepolcro, adesso dipende da voi crederci o non crederci; sta alla vostra fede, più di così non posso fare.
Gente di Pasqua, crediamo alla gioia, perché Gesù non è stato trattenuto dalla pietra nel Sepolcro.
Gente di Pasqua, vorrei che domani a tavola manifestassimo la nostra fede nell’annuncio della Resurrezione raccontando fatti e parole che hanno dato gioia alla nostra vita. Sull’esempio dell’angelo chiediamo al Signore di aiutarci a rotolare la pietra e sediamoci sopra e raccontiamo la gioia.
Vietato parlare delle pietre: raccontiamo la gioia solo così sara una Buona Pasqua.

  don Davide

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