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Preghiera catechiste

12 gennaio 2013  - INCONTRO DI PREGHIERA CON LE CATECHISTE

 

Al Vismara lo scorso 12 gennaio s’è svolto un incontro dei catechisti e delle catechiste, al termine della settimana formativa loro dedicata.

L’incontro ha avuto come momento centrale la preghiera di adorazione eucaristica guidata da don Gregorio. Ci si è voluti mettere davanti a Gesù, in ascolto dello Spirito, e soffermarsi su alcuni punti fondamentali dell’educazione cristiana.

Punto di riferimento è stata la parola dei nostri vescovi che hanno pubblicato chiare indicazioni per il decennio in corso col documento “Educare alla vita buona del Vangelo”, e soprattutto la parola del Papa, precisamente il discorso tenuto alla CEI all’inizio del decennio nel momento della promulgazione del documento.

Pubblichiamo la traccia dell’ascolto orante proposta dal Parroco.

 

 

Insisterei sul fatto che il catechista educatore debba sì trasmettere nozioni, ma soprattutto creare abitudini che poi a lungo andare  plasmino la vita. Con un’immagine. Si può donare un prodotto confezionato, oppure, meglio, insegnare a usare gli strumenti per confezionarlo.

Per esempio, strumento fondamentale è senz’altro la “compassione”: aiutare cioè il bambino ad aprire gli occhi per vedere e il cuore per condividere.

Il suggerimento per adesso mi viene dalla prima parte del discorso del Papa ai Vescovi italiani del 27 maggio 2010, riportato al termine del documento Educare alla vita buona del Vangelo. E’ il suggerimento che spinge a valorizzare la natura e la bibbia come luci che orientano le scelte mediante la contemplazione-attenzione e l’ascolto.

In questo discorso il Papa parla di emergenza educativa, una sfida da vincere. E la si vince anzitutto superando un falso concetto di autonomia dell’uomo: c’è chi insegna che “l’uomo dovrebbe svilupparsi solo da se stesso, senza imposizioni da parte di altri, i quali potrebbero assistere il suo autosviluppo, ma non entrare in questo sviluppo”. “In realtà - precisa il Papa-, è essenziale per la persona umana il fatto che diventa se stessa solo dall’altro, l’“io” diventa se stesso solo dal “tu” e dal “voi”, è creato per il dialogo”.

Si affronta l’emergenza educativa (ecco il punto che ci interessa) anche superando scetticismo e relativismo, in altre parole la negazione che esista una verità. E al riguardo parla di due fonti che orientano il cammino umano, la natura e la Bibbia, due libri aperti che occorre insegnare a leggere. Ecco, direi che compito del catechista è offrire al ragazzo gli strumenti dell’osservazione e dell’ascolto.. “Fondamentale è quindi ritrovare un concetto vero della natura come creazione di Dio che parla a noi; il Creatore, tramite il libro della creazione, parla a noi e ci mostra i valori veri. E poi così anche ... riconoscere che il libro della creazione, nel quale Dio ci dà gli orientamenti fondamentali, è decifrato nella Rivelazione”.

Abituare a contemplare la natura come luogo in cui Dio si manifesta e parla, e prendere in mano al Bibbia è anche una chiara raccomandazione del nostro Patrono. Essendo Dio inaccessibile, la scala per salire a lui sono le creature, dice. Le creature sono “il Libro che doveva leggere l’uomo per camminare al suo Signore”. “Prima che l’uomo peccasse, questo Libro aveva le lettere belle, fresche, ben formate e appariscenti. Dopo il peccato dell’uomo, le lettere di questo Libro contrassero una certa imperfezione ed oscurità: e non si cancellarono, no; ma diventarono tutte vecchie, mal leggibili e quasi invisibili”.“Che fece Dio? Fece un altro Libro, cioè il Libro della Scrittura, nella quale riparò quel primo e gli pose dentro quello di buono che era delle creature”.

 

Ecco dunque gli “strumenti” da offrire al ragazzo, una specie di bussola orientatrice.

 

C’è un brano famosissimo nel quale Gesù indica la natura come luogo in cui Dio agisce e parla, osservando la quale sa trarre chiare regole di vita.

Leggiamo da Matteo, capitolo 6,2 ss:

Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

 

Circa la centralità dell’ascolto, i brani sono molti.

A mo’ di esempio, ricordiamo l’uso che Gesù fa proprio di leggere e commentare la Bibbia nella sinagoga. Nella bibbia trova chiare indicazioni circa la sua identità e missione:

cfr Lc 4, 16 ss:

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore.

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato".

 

Quando incontra il dottore della legge che gli chiede che cosa fare per ottenere la vita eterna, raccomanda di rifarsi alla Bibbia:

Lc 10,25 ss.

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?". Costui rispose: " Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso". Gli disse: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".

 

Soprattutto Gesù prende in mano la Bibbia per leggervi il progetto di Dio sull’umanità che ha il suo centro in lui, nella sua morte e nella sua risurrezione. Limitiamoci a una citazione.

Lc 22, 13 ss

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

 

Insegnare l’importanza e il gusto della parola è oggi impresa ardua, forse anche perché noi stessi saremmo da educare per primi. Le troppe parole che sentiamo, e magari diciamo, sono “senza peso”.

Molto più arduo è educare ad ascoltare (quindi ad accogliere) la parola di Dio. Gli ostacoli sono chiaramente indicati nella parabola del seminatore, così semplice e profonda nel dire sia chi è l’uomo (un terreno chiamato per vocazione a essere fecondo, a produrre) e che cosa sia la realtà più importante per raggiungere l’obiettivo (accogliere il seme della parola, pena l’infecondità, cioè la inutilità della vita).

Mt 13 1, ss

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti"(...)

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Il Maligno è Satana, avversario del regno di Dio.

Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno".

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