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Cosa potrebbe chiedere a Dio un genitore in preghiera, per il proprio figlio? Ho provato a pensare che un genitore potrebbe chiedere diverse cose, ma, dietro a tutto ciò che chiede, c’è il desiderio che proprio figlio, la propria figlia non sciupi quel dono grande che gli ha fatto, che è la vita.
Gesù, quando prega, cosa chiede?
Oggi, il Vangelo, con quell’inizio in cui descrive Gesù che alza gli occhi al cielo ci racconta la preghiera di Gesù.
A volte penso che, per conoscere qualcuno, bisogna origliare la sua preghiera.
In effetti, le cose vere, quelle che ci toccano in profondità, quelle capaci di raccontare il mistero di un uomo o una donna, uno le racconta a Dio nella preghiera.
Possiamo dire anche il contrario: quello che raccontiamo a Dio nella preghiera è quello che di più vero e più profondo abita il nostro cuore.
Per questo, per conoscere qualcuno è importante ascoltare la sua preghiera: rivela la verità del cuore di un uomo o di una donna.
Gesù inizia utilizzando spesso la parola glorificarmi, glorificare.
La parola gloria all’inizio della preghiera di Gesù ricorre spesso. Per Israele, la gloria coincideva con una realtà che rende presente Dio. La gloria dice la presenza di Dio.
Quando Gesù chiede di essere glorificato e di fare in modo che lui glorifichi il Padre, sta dicendo: fa’ in modo che, in me, possano vederTi e che io possa far vedere Te.
Tutto questo richiama l’unità tra Gesù e il Padre.
Continuando nella preghiera, Gesù sottolinea questa unità tra il Padre e Figlio anche in altri modi.
È come se Gesù iniziasse la sua preghiera recuperando la consapevolezza di essere in comunione con Dio Padre. Recuperata questa
consapevolezza, Gesù prega per noi e cosa chiede per noi? Che “siano una cosa sola”.
Gesù chiede al Padre che gli uomini siano uniti, siano in comunione tra loro, come lui è unito con il Padre.
Perché è importante questa comunione tra gli uomini?
Perché il compito di Gesù è dare la vita eterna; la vita eterna è una vita non sciupata, ma un modo di vivere bene questa vita, senza sciuparla. Gesù, nella sua preghiera, dice che la vita eterna è conoscere il Padre (dove il conoscere sta per vivere come il Padre e il Padre vive in comunione con il Figlio).
Non sciupiamo la vita, se siamo capaci di vivere in comunione gli uni con gli altri.
Con comunione non intendo uniformità, dove la parola uniformità rimanda alle uniformi dei soldati comandati da un generale.
La comunione mi piace dirla con questa espressione: convivialità delle differenze.
Le differenze culturali, religiose, di genere devono vivere insieme senza farsi male, ma cercando di valorizzarsi.
Se ci pensiamo bene, è l’incontro delle differenze che genera la vita. Quando uomo e donna si incontrano, scaturisce la vita, questo credo che possa valere anche per tutte le altre tipologie di differenze, quando si incontrano.
La comunione si rompe quando le differenze non si incontrano, perché l’altro mi fa paura, lo vedo come una minaccia, come un pericolo. Un primo passo, allora, per andare verso la convivialità delle differenze è quello di conoscere l’altro.
Infatti, Gesù dice: la vita eterna è conoscere il Padre e conoscerLo è muovere un passo verso la convivialità delle differenze. Una convivialità, che fa scaturire la vita.
Nella nostra preghiera al Signore, mentre chiediamo di non sciupare il dono della vita nostra e dei nostri figli, chiediamo anche di saper muovere dei passi verso la convivialità delle differenze.
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