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OMELIE ANNO B 2020-21
 
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Festa del Battesimo del Signore - Domenica 10 gennaio 2021
( Is 55,4-7; Ef 2,13-22; Mc 1,7-11 )

don Davide Milanesi

Guardando al Battesimo di Gesù, vorrei che provassimo a fissare lo sguardo sul fiume Giordano.
Certamente, per Israele, è un fiume importante: è il fiume che Giosuè, con tutto il popolo, attraversa per entrare nella terra promessa; è il fiume nel quale Naaman il Siro, su suggerimento del profeta Eliseo, si immerge per guarire dalla lebbra.
Il fiume Giordano, nel suo corso tortuoso, presenta notevoli profondità.
Gesù, nel suo battesimo, si deve immergere in questo fiume, ricco di storia e capace di andare in profondità nel suo corso tortuoso.
Mi piace guardare al Giordano come il corso della storia.
Tutto questo per ricordarci che il battesimo è, sì, un’immersione nell’acqua del Giordano, ma per immergerci nelle profondità della storia degli uomini, anche quando questa storia conosce passaggi tortuosi e poco chiari. Il battesimo di Gesù come immersione nelle acque del Giordano diventa, così, un invito ad immergerci in questa nostra storia, che sta attraversando passaggi tortuosi e a volte poco chiari, chiedendoci di stare dentro questa storia e non un’altra (anche quando presenta passaggi bui ed oscuri).
Una storia che – mi pare – non stia offrendo uomini politici particolarmente illuminati e lungimiranti, ma – piuttosto – ubriachi di potere e avidi di ricchezza, che iniettano nel cuore della gente il veleno del sospetto e della diffidenza, minando la democrazia nei suoi pilastri.
Capisco che la democrazia, nel corso della storia, abbia mostrato qualche limite e avuto qualche fatica (a volte legata all’irresponsabilità delle persone che, invece di essere a servizio del bene comune hanno fatto il loro interesse; altre volte, perché, per sua natura, la democrazia è più lenta nelle decisioni, perché deve tener conto della dialettica delle parti e un consenso che va creato), non dimentichiamo, però, che la democrazia ha il grande valore di tutelare maggiormente la libertà del soggetto.
A fronte di un malessere della democrazia, non vorrei che si invocasse, in nome di una maggior efficienza decisionale, l’uomo forte che decide per tutti, consegnando a lui la nostra libertà di pensiero e di parola.
Dobbiamo scegliere “adagio e liberi” o “veloci e schiavi”?
Immergerci in questa storia è stare attenti a come parliamo, per non iniettare anche noi, nel cuore degli uomini, il veleno della sfiducia nelle istituzioni e nella modalità democratica del gestirle.
Quando noi parliamo male delle istituzioni come lo stato, la chiesa, la scuola e tante altre, noi stiamo screditando queste istituzioni, stiamo seminando un veleno, che può far ammalare il cuore degli uomini, accendendo nel loro cuore la mancanza di rispetto per l’istituzione.
Non dico che non dobbiamo avere un pensiero critico sulle istituzioni, ma che dovremmo avere parole e gesti che dicono la nostra fiducia nelle istituzioni e nella modalità democratica di gestione l’istituzione stessa, anche qualora esprimiamo il nostro pensiero di perplessità e di critica.
Il non andare a votare, per esempio, è già un gesto che fa serpeggiare il veleno della sfiducia nei riguardi della democrazia, come il non pagare le tasse è segno sempre di questo veleno di sfiducia nelle istituzioni: così facendo, prepariamo il terreno propizio, perché qualcuno possa sfruttare questa sfiducia a proprio vantaggio, per i propri interessi, aizzando il popolo alla mancanza di rispetto per i luoghi di governo dell’istituzione.
Il battesimo di Gesù, con la sua immersione nel fiume Giordano, ci chiede di immergerci nelle profondità di questa nostra storia, con i suoi passaggi tortuosi e non sempre immediatamente comprensibili, per poi riemergere e guardare verso l’alto, così da vedere la colomba dello spirito che ci fa comprendere che la storia è accompagnata e guidata dallo Spirito di Dio.
Guardando al battesimo di Gesù, che ci chiede di immergerci nelle profondità di questa nostra storia, vorrei concludere lasciando questa domanda: cosa vuol dire per te, per me, oggi, stare dentro questa storia, con fede?

  don Davide

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