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OMELIE ANNO B 2020-21
 
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Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria - Martedì 8 dicembre 2020
( Gen 3,9a-b.11c.12-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28 )

don Davide Milanesi

Maria, l’Immacolata, concepita senza peccato originale, è colei che è rimasta distante dal mistero del male.
Il saluto ascoltato nel Vangelo, “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” viene a ricordarci proprio questo: che Maria, la piena di grazia, ha preso le distanze dal male, non ha schiacciato l’occhiolino al male, ma schiaccia la testa del serpente, nonostante le insidi il calcagno.
La festa dell’Immacolata ci ricorda, infatti, che Maria ci protegge dagli inganni del male.
Nel testo della Genesi, la donna usa proprio queste parole: il serpente mi ha ingannata.
L’ha ingannata, per farle trasgredire il comandamento, che Dio aveva dato.
Il serpente ha il compito di creare il sospetto nei confronti di Dio; il serpente, il mistero del male, ha come suo obbiettivo quello di farci sospettare di Dio.
Potremmo dire così: il serpente, il male vuole farci perdere la fede.
L’Immacolata, invece, ci protegge dagli inganni del male, perché ci sostiene nella fede, quando il male la mette alla prova.
Pregare Maria, quando siamo provati nella fede, perché toccati dal mistero del male, è chiedere a Maria, l’Immacolata, di aiutarci a non perdere la fede.
Quando il male entra nella nostra vita attraverso diverse forme, come una malattia, la morte, un’ingiustizia, noi iniziamo a sospettare di Dio a pensare che, tutto sommato, non stiamo a cuore a Dio.
Il male ci attacca, per farci perdere la fede.
In quest’anno, in cui il virus, che rappresenta uno dei volti del mistero del male insieme alla morte, ha forse insinuato dentro di noi il sospetto che Dio ci ha abbandonato, che se Dio fosse veramente l’Onnipotente potrebbe sconfiggerlo.
Se queste domande si sono affacciate al nostro cuore non sono un peccato, ma rischiano di accendere in noi il sospetto su Dio, rischiano di allontanarci da Lui, facendoci perdere la fede. Se così accade, il male ha raggiunto il suo obbiettivo, ha vinto, perché ci ha fatto perdere la fede.
In realtà, quando la nostra fede è messa alla prova dal mistero del male, dovrebbe aprirsi dentro di noi un'altra domanda: Quale volto di Dio abbiamo nel cuore?
Le domande che il mistero del male fa risuonare dentro di noi, accendendo il sospetto su Dio e sulla nostra fede in Lui, dovrebbero diventare l’occasione per portarci a una conoscenza più approfondita e autentica di Dio e sul motivo del nostro credere in lui.
L’Immacolata viene a prenderci per mano, in questo cammino di una riscoperta più autentica del volto di Dio.
Anni fa, a Molfetta, incontrai il dottor Cives, il medico che curò - accompagnandolo fino alla morte - don Tonino Bello negli ultimi anni della sua vita.
Raccontava che don Tonino, una volta inchiodato al letto dalla malattia, chiese di appendere sulle pareti della stanza quadri e stampe di Maria in modo tale che, ovunque si girasse, potesse vederla.
Mi sono chiesto più volte il perché di questa richiesta di don Tonino, negli ultimi giorni della sua vita; ho provato a pensare che il segreto di questa richiesta fosse proprio in questa convinzione: farsi aiutare da Maria per non perdere la fede, messa alla prova dal mistero del male, che lo aveva inchiodato a letto con la malattia e, da lì a poco, con la morte.
Potremmo chiederci quale sia il segno che il mistero del male che vediamo e incontriamo non vince sulla nostra vita, non ci toglie la fede?
Ho provato a pensare che un segno che dice la vittoria sul mistero del male è la bellezza. La cura di un’umanità bella di ambienti belli, non trascurati diventa segno della nostra vittoria sul male.
Non a caso, molti hanno cantato la bellezza di Maria.
Basti ricordare il canto gregoriano che inizia proprio così:
Tota pulchra es,
Maria et macula originalis non est in Te.

In conclusione, lasciamo pure che il male metta alla prova la nostra fede, nella certezza che, con l’aiuto di Maria, potremo custodirla, come fece don Tonino, anche quando fu provato dalla malattia e dalla sofferenza.

  don Davide

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