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OMELIE ANNO B 2018
 
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Ascensione del Signore - Domenica 13 maggio 2018 (At 1,6-13; Ef 4,7-13 Lc 24,36–53)

don Davide Milanesi

La staffetta 4×100 metri è una specialità dell'atletica leggera, nella quale gli atleti competono in squadre di quattro elementi (detti frazionisti), che si succedono sulla medesima corsia per completare i 400 metri della pista, percorrendo ciascuno circa 100 metri.
Come in tutte le staffette dell'atletica leggera, gli atleti di ogni squadra devono darsi il cambio passandosi un testimone secondo determinate regole. Il passaggio del testimone deve avvenire nella cosiddetta zona di cambio, la quale ha una lunghezza di 20 metri, pena la squalifica della squadra.

Queste piccole nozioni sulla staffetta mi pare possano aiutarci ad entrare in questa solennità dell’Ascensione.
Con l’Ascensione scompare il corpo di Gesù e si chiude la sua avventura storica e individuale ma continua la sua storia con un nuovo corpo che è la Chiesa.
Con l’ascensione Gesù passa il testimone alla Chiesa.
Gesù si fa da parte dicendo che ora tocca noi.
Quando uno si fa da parte dà un messaggio di fiducia nei confronti di chi rimane.
Finiti i suoi 100 mt l’atleta passa il testimone al suo compagno e si fida di lui perché possa fare meglio di lui.
Con l’Ascensione Gesù passa il testimone a ciascuno di noi invitandoci ad essere suoi testimoni. Ma chi è il testimone ?

Il testimone sembra dire Gesù è colui che è stato segnato nel passato da un evento, da un incontro, da un’esperienza, quella fatta con Gesù.
Chiediamoci posso dire che nella mia storia c’è stato qualcuno, un’esperienza che mi ha fatto incontrare il Signore Gesù.
Il testimone ha incontrato Gesù.

Infine di fronte al vuoto lasciato da Gesù i discepoli guardano il cielo e vengono rimproverati dagli uomini in bianche vesti.
Uomini di Galilea perché state a guardare il cielo ?
Questo rimanere a guardare il cielo mi piace vederlo come la tentazione di evadere la storia.
Il rimprovero degli uomini in bianche vesti è l’invito a essere testimoni dentro questa storia a entrare dentro la storia per annunciare il crocifisso risorto.

Ho provato a pensare che c’è un linguaggio che è un po’ come guardare il cielo, che è come evadere dalla storia.
Lamentarsi eccessivamente di questo nostro tempo alla fine è un modo per non entrare in questa storia, è una modalità di evasione tipica di chi scarica sempre le responsabilità sugli altri, è un modo di stare a guardare il cielo senza mai entrare nella storia.
Un linguaggio che butta discredito sugli altri è un modo di stare a guardare il cielo, è un modo per evadere dalla storia.
Il testimone di Gesù usa un altro linguaggio: il linguaggio della lode e della gioia. Il Vangelo conclude dicendo che i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande Gioia e stavano nel tempio lodando Dio.
Il linguaggio della gioia e della lode conosce spesso l’uso della parola “Grazie

Anche voi ragazzi oggi incontrate Gesù nel pane e nel vino, questo incontro è perché possiate essere testimoni di Gesù.
Per essere testimoni di Gesù siamo chiamati ad avere un linguaggio che sospende le lamentele, i capricci per un linguaggio che racconta la gioia di avere un amico come Gesù, un linguaggio che è capace di lodare Dio e gli altri.
Un linguaggio che usa spesso la parola “grazie”.
Non dimentichiamo che Eucarestia vuol dire rendimento di grazie.

  don Davide

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