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OMELIE ANNO B 2018
 
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VI domenica di Pasqua - Domenica 6 maggio 2018 (At 26,1-23; 1Cor 15,1-11; Gv 15,26–16,4)

don Davide Milanesi

Roberto è un ragazzino di 5 elementare che come tanti va scuola, frequenta il catechismo ha una sorellina più piccola e ha la passione del calcio.
Roberto bisogna dirlo è un tifoso nerazzurro, non perde nessuna partita della sua Atalanta, si sa il nonno originario di Bergamo gli ha trasmesso questa passione per l’Atalanta.

Roberto è un ragazzo buono.
Quando all’oratorio recupera un pallone coinvolge per una partitella tanti amici ma soprattutto chiama a giocare il suo amico Luigi un bambino panda che con il calcio non ci azzecca, i suoi compagni per questo si arrabbiano con lui dicendo di non far giocare Luigi ma Roberto lo prende in squadra volentieri e non rinuncia a fargli qualche passaggio a rete che immancabilmente Luigi sbaglia ma a Roberto non mancano parole per incoraggiarlo. Roberto ci soffre un po’ nel vedere i suoi amici arrabbiarsi per il fatto che lui, buono, faccia giocare Luigi.

Roberto è un ragazzo onesto.
L’altro giorno la signora del bar ha sbagliato a dargli il resto dandogli un euro in più, i suoi compagni subito l’hanno invitato a spenderlo per comprare altre caramelle da dividere tra loro ma Roberto è tronato dalla signora del bar e lo ha restituito. Non è mancato uno “stupido” dai suoi amici ma lui ha preferito così, ha sentito molta pace nel cuore restituendo quello che non era suo.

Infine Roberto sa perdonare.
Se si arrabbia e litiga con i suoi amici riesce a perdonare. L’arrabbiatura dura quei 5 minuti ma poi gli passa ed è il primo a tendere la mano. Anche su questo i suoi compagni lo prendono in giro dicendo che è un debole che qualche volta dovrebbe fargliela pagare ma Roberto che si accosta molto volentieri alla confessione sa quante volte Gesù lo ha perdonato, perché lui non dovrebbe fare altrettanto poi non val al pena rimanere arrabbiati alla fine non si gusta la vita.
Bontà onestà perdono sembrano oggi stili che vengono messi in dubbio messi sotto accusa. Forse è capitato anche a noi di essere stati derisi per essere stati buoni, onesti e aver teso per primi la mano.
Negli atti degli apostoli noi troviamo Paolo messo sotto accusa.
Per quale motivo Paolo è accusato? Lo dice Paolo stesso ora sto qui sotto processo a motivo della speranza nella promessa fatta da Dio l’accusa è a motivo di questa speranza. Una speranza che nasce dal credere alla resurrezione di Gesù. La resurrezione di Gesù ci fa essere uomini di speranza perché ci fa credere che l’amore è più forte della morte.
La resurrezione di Gesù ci fa capire che la morte toglie la vita ma non toglie l’amore.
Un uomo una donna di speranza in un contesto di morte non rinunciano ad amare.
Un uomo una donna di speranza guardando alla resurrezione di Gesù trovano la forza di credere che la bontà vince sulla violenza, credono che l’onestà dona una pace e serenità che furbizia e astuzia non sanno nemmeno cosa sia, credono che il perdono disarma la vendetta.
Un uomo una donna di speranza hanno i tratti della bontà, sono ostinati nell’onestà e credono che il perdono sia l’arma migliore per risolvere i conflitti.
Il nostro Roberto è un ragazzo di speranza.
Oggi è c’è il rischio che uomini e donne così, vengano messi sotto accusa, sotto giudizio. Oggi il rischio che se sei uomo e donna di speranza vieni deriso.
Quella derisone è il frutto di una paura, la paura della speranza.
La paura della speranza nasce dalla violenza da cui siamo spesso circondati e bombardati.
La violenza a cui siamo sottoposti rischia di spegnere la speranza, rischia di non farci credere alla bontà, all’onestà e al perdono: tratti tipici di uomini e donne di speranza.

C’è una violenza che avvelena il cuore e spegne la speranza convincendoci che la cosa migliore sia farsi i fatti propri, sia rimanere chiuso nel proprio mondo e continuare a pensare a se stessi. Ma senza speranza noi rimaniamo dei piccoli uomini.

Citazione “Coach Carter” - Cruz: Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in se stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure.

Senza speranza noi ci chiudiamo in noi stessi e diventiamo dei piccoli uomini.
Come fa Paolo a tenere viva la speranza?
Paolo la tiene viva facendo memoria dell’incontro con Gesù.
Oggi ragazzi Gesù vi incontra nell’eucarestia nel pane e nel vino.
Questo incontro con Gesù nel pane è nel vino è per farci essere non dei piccoli uomini ma uomini e donne di speranza che hanno i tratti della bontà dell’onesta e sono capaci di perdono. Questo incontro con Gesù nel pane è e nel vino è per farci diventare dei ragazzi come Roberto.

  don Davide

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