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OMELIE ANNO B 2018
 
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II domenica di Pasqua - Domenica 8 aprile 2018 (At 4,8-24a; Col 2,8-15; Gv 20,19-31)

don Davide Milanesi

Vorrei dare voce a Tommaso e ho provato a pensare che potrebbe dirci così:
Voi fate in fretta a giudicare a dire Tommaso che non ci crede se non ci mette il naso. Ma cosa credete che era così facile per me credere.
Io fino ad allora avevo amato il maestro avevo creduto in lui.
Quando dice di andare da Lazzaro e dalle sue sorelle Marta e Maria, sono io che dico la mia disponibilità a morire con lui.
Sono io che nei discorsi dopo la lavanda dei piedi chiedo al Signore di dirci dove va per poterne seguire la via.
Io ho dichiarato la mia buona intenzione a seguire Gesù.
Quella sera ero ancora accecato dal dolore per la morte del maestro a cui avevo creduto e voluto bene.
E` in questo momento doloroso della mia vita in cui stavo sperimentando la delusione per quella fine del maestro che gli altri vengono a dirmi “abbiamo visto il Signore”.
Ma non vi rendete conto che dovevo credere a Pietro che lo aveva rinnegato per ben tre volte dopo che aveva promesso di essere disposto a morire con lui ?
Ma non vi rendete conto che dovevo credere a Giovanni, il discepolo amato, che lo aveva abbandonato che era fuggito?
Ma non vi rendete conto che dovevo credere a Filippo e Andrea che nel momento del bisogno se l’erano data alle gambe.
Non era per me facile credere a coloro che come me avevano lasciato solo il maestro nel momento del bisogno.
Io stesso mi sentivo un traditore per essere scappato quella notte nel Getzemani come potevo credere alla loro parola.
La loro incoerenza faceva perdere credito alla loro parola: “abbiamo visto il Signore”. Solo la bontà del maestro mi ha permesso di ritrovare quella fiducia in lui che stavo smarrendo.

Questo potrebbe dire oggi a noi Tommaso.
Con queste parole egli rappresenta quanti oggi dicono di far fatica a credere in Gesù per aver incontrato testimoni non sempre coerenti e trasparenti. Tommaso rappresenta quanti si sono allontanati dalla fede a motivo di una testimonianza poco credibile dei preti stessi, della comunità che hanno incontrato. Tommaso rappresenta la fatica di credere in Gesù a partire dalla testimonianza della Chiesa.
Come si fa a credere a Gesù quando coloro che dicono di essere cristiani non sono il massimo della coerenza quando le scelte di alcuni uomini di chiesa ci lasciano perplessi?

Per questo c’è la beatitudine di Gesù che dice “beati coloro che crederanno pur non avendo visto”.
Beati coloro che crederanno in Gesù pur non avendolo visto perché crederanno grazie e nonostante la testimonianza della Chiesa.
Che ci piaccia o no il Vangelo di Gesù è arrivato a noi grazie e nonostante la Chiesa che ha conosciuto pagine di storia entusiasmanti e cariche di santità insieme ad altre pagine scandalose e intrise di miseria.
Per questo non ha senso dire credo in Gesù ma non credo nella chiesa di fatto che ci piaccia o no chi ci ha parlato di Gesù è la Chiesa.
Gesù è arrivato a noi grazie e nonostante la Chiesa.

Noi dobbiamo credere non per quello che sono i testimoni di Gesù ma per quello che è Gesù stesso.

Si viene alla fede grazie e nonostante i testimoni di Gesù ma si continua a credere perché Gesù è Gesù.

  don Davide

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