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OMELIE ANNO B 2018
 
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Pasqua di Risurrezione - Domenica 1 aprile 2018 (At 1,1-8a; 1 Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18)

don Davide Milanesi

Gente di Pasqua!
Vorrei che in noi oggi maturasse questa consapevolezza che siamo gente di Pasqua.
Quali sono i tratti della gente di Pasqua?
Per dare colore ai tratti della gente di Pasqua ci facciamo aiutare da Maria Magdala incontrata nel Vangelo ascoltato.

 

Maria ha un desiderio quello di andare a prendere il Signore Gesù.
Ma Gesù sembra purificare il desiderio di Maria con quel “non mi trattenere”.
Dal voler “prendere” di Maria a l “non mi trattenere” di Gesù.
Sembra che Gesù sta educando Maria a rapportarsi a lui in modo nuovo, non come era il rapporto prima della resurrezione.
Il modo nuovo lo suggerisce Gesù stesso quando dice: va' dai miei fratelli e di' loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Il modo per incontrare Gesù è quello di andare dai fratelli e dire, raccontare, che Gesù è vivo è risorto.
Gesù vive grazie al nostro racconto.
Il Vangelo continua dicendo che Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!».
Cosa vuol dire raccontare che Gesù è vivo è risorto?
L’incontro con il risorto dà grande gioia a Maria, una gioia che la rende obbediente alla parola di Gesù, perché va dai suoi fratelli come le aveva detto Gesù.
Raccontare che Gesù è vivo, è il vivente, è raccontare la gioia, è raccontare ciò che ci dà gioia.
Spesso noi raccontiamo il venerdì santo, raccontiamo i nostri dolori perché i dolori lasciano il segno, come i chiodi hanno lasciato il segno nel corpo del risorto.
Ma i dolori del venerdì santo non hanno fermato la vita, non hanno fermato l’amore siamo giunti al mattino di Pasqua, dove quei dolori sono stati trasformati in segno dell’amore di Dio per noi.
Per questo la gente di Pasqua racconta la gioia.
Se ci pensiamo bene e andiamo a vedere cosa nella vita ci ha dato gioia troveremo questo stretto legame tra il sacrifico del venerdì santo e la gioia del mattino di Pasqua.
Anche quando la gioia è stato il raggiungimento di un obbiettivo a livello professionale possiamo intravedere dietro il raggiungimento di un obiettivo la fatica il sacrifico vissuto per raggiungerlo, quel sacrificio è stato il nostro venerdì santo che ci ha portato alla gioia del mattino di Pasqua.
Ma le gioie più profonde nascono dalle relazioni tra noi da un amicizia costruita con scarifico costruita con amore.
C’è una gioia in una amicizia che chiede di essere costruita e custodita attraverso il sacrifico del venerdì santo.
La gioia di Pasqua nasce dall’incontro con il risorto, è la gioia di chi sa che il sacrifico del venerdì santo non è l’ultima parola sulla vita.
Raccontare ai fratelli che Gesù è risorto è raccontare la gioia.
Vorrei allora lasciare un piccolo proposito per oggi:
a tavola oggi raccontiamo la gioia, ciascuno racconti una cosa, un fatto una parola che ha dato gioia alla sua vita.
Solo così anche noi insieme a Maria di Magdala saremo Gente di Pasqua.

  don Davide

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