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Il 12 giugno 1999, quando sono diventato prete, sentivo e vedevo molto lontana l’idea di essere parroco di una comunità. Anzi, non ci pensavo proprio: avevo voglia di andare in un oratorio, di parlare di Gesù ai ragazzi. Volevo condividere con i più giovani alcune esperienze che avessero il sapore del Vangelo. Quando per caso mi capitava di pensarci, mi veniva da dire: “Signore, poveretta la comunità che mi avrà come parroco…”. E infatti il mio ingresso avviene oggi, 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, perché con un parroco così avremo bisogni di molti miracoli ! Ma io credo ai miracoli ! E andare a Lourdes mi ha sempre restituito una profonda pace e mi ha insegnato a mettere la mia storia nelle mani di Dio. Da quel 12 giugno 1999 sono passati un po’ di anni; e nel tempo, nonostante le durezze del cuore, il Signore ti conduce e ti lavora. Così il mio entusiasmo di parlare di Gesù di Nazareth alle nuove generazioni non si è spento, ma insieme ad esso si è sempre più acceso in me anche il desiderio di condividere esperienze evangeliche con persone di tutte le età e di poter annunciare il Vangelo nei momenti significativi della loro vita. In questo periodo della mia esistenza sento risuonarmi dentro le parole che Paolo scrive ai Corinzi: “Anch'io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”. (1Cor 2,1-5) Arrivo a voi nella debolezza della mia umanità, con timore e trepidazione, perché capisco che devo imparare ancora molte cose. Per questo – come è successo nelle altre comunità che ho incontrato, che mi hanno modellato e formato – chiedo anche alla SAMZ di plasmarmi, affinché il ministero che vivo sia sempre più conforme allo stile di Gesù Buon Pastore. Sento poi forte l’appello di Paolo a condividere con voi la fede nel Signore, perché il nostro camminare insieme non sia fondato sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Affidiamoci dunque alla forza dello Spirito, che lavora meglio di noi e prima di noi. E intanto, grazie di cuore per l’accoglienza e la vivacità incontrata in questi primi mesi! |
don Davide | |
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