Sinodo “Chiesa dalle genti”: a che punto siamo
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Se paragonassimo il Sinodo a una corsa ciclistica, potremmo dire che, a oggi, non abbiamo ancora scollinato e il percorso da compiere ci impone un altro pezzo di salita: delle sette fasi previste dal cronoprogramma che scandisce il Sinodo ci lasciamo alle spalle avvio e fase di ascolto. Le prossime, impegnative tappe sono la scrittura, il confronto e poi ancora la sintesi, una proposta definitiva e, finalmente l’arrivo, con la promulgazione ufficiale delle nuove costituzioni.
Simona Beretta Commissione di Coordinamento Sinodo “Chiesa dalle genti” |
Presbiteri e cammino sinodale
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Il cammino sinodale sulla “Chiesa dalle genti” si intensifica ogni giorno di più. Anche l’ultima sessione del consiglio presbiterale, tenutasi martedì 13 febbraio a Seveso, ha dedicato uno spazio formativo rilevante al tema del sinodo minore. Alcune testimonianze hanno aiutato a comprendere meglio la responsabilità dei presbiteri. Si tratta di maturare scelte molto concrete e coraggiose: come includere nei percorsi di iniziazione cristiana, nella pastorale famigliare, giovanile e vocazionale, nell’animazione liturgica i numerosi fedeli, presenti ormai sui nostri territori da più generazioni e portatori di tradizioni spirituali diverse? Il processo del meticciato di culture, in atto nella società, riguarda con tutta evidenza anche la Chiesa ambrosiana. Padre Dionysios, ieromonaco dell’arcidiocesi ortodossa di Italia ha ricordato ai consiglieri il senso del suo impegno di presbitero, alimentato da una profonda spiritualità monastica, nella cura degli immigrati ortodossi: sa che i loro fedeli per vivere in serenità il loro lavoro da noi hanno bisogno di trovare nel sacerdote e nel culto un punto di riferimento sicuro per la propria “identità in relazione”. Anche la testimonianza di suor Elsy, appartenente ad una congregazione messicana, presente nella nostra diocesi ormai da 20 anni ha colpito molto. Ha raccontato le fatiche di inserirsi in una cultura tanto diversa dalla sua, ma ha anche testimoniato l’accoglienza sincera del clero milanese che l’ha aiutata con generosità nel suo lavoro. Infine, padre René Manenti, scalabriniano, parroco a santa Maria del Carmine e della parrocchia di san Carlo per i fedeli di lingua inglese ha indicato il percorso di un “noi” ecclesiale che includa le differenze senza dissolverle, come occasione per tutti di conversione a ll’amore inclusivo di Dio Trinità. Ecco ciò che sta diventando più evidente per tutti in questo cammino sinodale: lavorare per una Chiesa dalle Genti vuol dire avere il coraggio di un percorso più profondo di conversione a Colui che, “innalzato da terra”, attira tutti a sé.
+ Paolo Martinelli Vescovo e Vicario episcopale |